Patrizio Marozzi
2007-11-16 11:23:24 UTC
Il racconto di un sorriso e una carezza.
Mia Cara il silenzio è solo un attributo, il tuo sorriso mi ricorda il mio,
eppure sembra che le cose vicine quelle che nei ricordi si condividono, sono
in un'ipotesi. La verità è ancora più grossa in questi casi il desiderio di
una carezza è più sincero della sincerità che si può immaginare - e pure l'ascolto
sembra dirsi senza enfasi. Ci sono cose che sono allontanate dall'essere
molto vicine, eppure ciò è una cosa vera, la forma spesso non lo è, e le
cose che si vivono modellano la consapevolezza anche nel suo smarrimento.
Bada non parlo dello smarrimento dell'accettazione dell'impossibile capire
ch'è già tanto, ma dello smarrimento che distrugge la forma esteriore,
quella del consenso e della facile accettazione, quella che ci fa sentire
solo appagati dove ci si riconosce per dirci qualcosa di piacevole per
essere nel tutti insieme qualcosa, appunto qualcosa che ha un'immagine e
spesso questo è consolatorio, ma in questo, tu sai c'è il rischio di ferire
la verità nelle persone che non stanno in rapporto all'apparire, ma che
interiormente sentono che c'è un rapporto con la verità, con Dio, che
esiste, sì che esiste. Per dare enfasi a questo concetto si potrebbe dire
che sconfigge e vince, ma è appunto questo che non basta alla verità. I
percorsi possono essere, forse solo sembrare diversi, nel rapporto del fare
con l'intelligenza, che non si limita ma che sa con la persona, ch'è
impotente anche dinanzi al proprio mistero, che sa di un aiuto misterioso. E
questo concetto è troppo poco. Ma la coscienza e un po' se non tutto il
sentimento sono vicini, molto, e qui l'intelligenza per capire la verità può
tornare in aiuto, ma deve essere un abbandono, un silenzio e finalmente
poter dare una dolce carezza.
Mia Cara.
Mia Cara il silenzio è solo un attributo, il tuo sorriso mi ricorda il mio,
eppure sembra che le cose vicine quelle che nei ricordi si condividono, sono
in un'ipotesi. La verità è ancora più grossa in questi casi il desiderio di
una carezza è più sincero della sincerità che si può immaginare - e pure l'ascolto
sembra dirsi senza enfasi. Ci sono cose che sono allontanate dall'essere
molto vicine, eppure ciò è una cosa vera, la forma spesso non lo è, e le
cose che si vivono modellano la consapevolezza anche nel suo smarrimento.
Bada non parlo dello smarrimento dell'accettazione dell'impossibile capire
ch'è già tanto, ma dello smarrimento che distrugge la forma esteriore,
quella del consenso e della facile accettazione, quella che ci fa sentire
solo appagati dove ci si riconosce per dirci qualcosa di piacevole per
essere nel tutti insieme qualcosa, appunto qualcosa che ha un'immagine e
spesso questo è consolatorio, ma in questo, tu sai c'è il rischio di ferire
la verità nelle persone che non stanno in rapporto all'apparire, ma che
interiormente sentono che c'è un rapporto con la verità, con Dio, che
esiste, sì che esiste. Per dare enfasi a questo concetto si potrebbe dire
che sconfigge e vince, ma è appunto questo che non basta alla verità. I
percorsi possono essere, forse solo sembrare diversi, nel rapporto del fare
con l'intelligenza, che non si limita ma che sa con la persona, ch'è
impotente anche dinanzi al proprio mistero, che sa di un aiuto misterioso. E
questo concetto è troppo poco. Ma la coscienza e un po' se non tutto il
sentimento sono vicini, molto, e qui l'intelligenza per capire la verità può
tornare in aiuto, ma deve essere un abbandono, un silenzio e finalmente
poter dare una dolce carezza.
Mia Cara.
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***@tele2.it
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